OBBIETTIVI DEL BLOG

Lo strazio che ci prende nell’assistere all’agonia ed al declino vertiginoso della nostra società non ci può lasciare indifferenti. Tutti coloro a cui sta a cuore l’avvenire dell’umanità e dell’ambiente in cui viviamo devono fare una profonda riflessione sulle cause che hanno portato a questo degrado e devono impegnarsi a dare il proprio contributo per trovare una via d’uscita. Visto che l’unica alternativa possibile al capitalismo è il socialismo, facciamo in modo che questo pensiero torni ad essere la speranza di futuro per tutti i popoli e gli oppressi del mondo. Insieme ai popoli latinoamericani che cercano di uscire definitivamente dalla dipendenza dall’imperialismo, insieme al popolo cubano ed a tutti quei popoli che stanno pagando duramente la loro opposizione al sistema neoliberale che ci infligge sofferenze disumane, lottiamo uniti per un avvenire senza padroni, senza sfruttati e sfruttatori, liberiamoci dai politici ipocriti, incapaci, ignoranti, corrotti e venduti per vile denaro, difendiamo la nostra dignità per un futuro di pace, giustizia, uguaglianza e libertà! Quella vera non il fac-simile che ci vogliono vendere.

Questo sito ha come emblema la bandiera rossa, simbolo delle lotte e del sangue versato da tante donne e tanti uomini caduti per l’ideale socialista e libertario e prende il via non a caso il giorno dell’anniversario della caduta di Ernesto “Che” Guevara nelle mani dell’imperialismo criminale che lo avrebbe assassinato a freddo il giorno successivo, è uno spazio dedicato a tutti coloro che intendono contribuire all’unità dei progressisti, alla costruzione della società socialista ed alla lotta contro tutti gli sfruttatori. Verranno pubblicati i contributi di tutti coloro che scriveranno con la propria identità senza nascondersi dietro stupidi anonimati o nick-name di comodo, di tutti i gruppi e le associazioni o partiti che condividono l’dea di unirsi per l’ideale socialista pur nella diversità di percorsi e storia vissuta, verranno invece cestinati tutti i provocatori e gli idioti.

Benvenuti a tutti.

giovedì 1 agosto 2013

http://wwwmondolibero.blogspot.it/2013/08/berlusconi-condannato-la-farsa-della.html

sabato 21 gennaio 2012

LENIN


 Anche se Google impedisce l'accesso da Cuba sono riuscito ad aggirare l'ostacolo e dedico questa pagina all'ottantottesimo della morte di Vladimir Ilich Lenin, un grande della lotta per l'emancipazione dei lavoratori dalla schoiavitù del capitalismo e dell'imperialismo.

HASTA LA VICTORIA SIEMPRE!
VENCEREMOS!!!!

giovedì 10 febbraio 2011

UN TAZEBAO AL GIORNO TOGLIE IL CAPITALISMO DI TORNO: Federalismo o trucco per pagare più tasse?

UN TAZEBAO AL GIORNO CI RENDE LIBERI

FEDERALISMO O TRUCCO PER PAGARE PIU’ TASSE?

Il Governo di Berlusconi e Bossi ha approvato il federalismo municipale. Ora i comuni, a cui sono stati tagliati quasi tutti i fondi, potranno finanziarsi con i soldi dei cittadini! Si chiama la tassa di scopo, con questa trovata un comune per esempio potrà decidere di fare un acquedotto facendolo pagare ai cittadini. L’acquedotto che quando c’erano “i ladri di Roma” veniva pagato con la fiscalità generale, ora si pagherà con la fiscalità locale senza che quella generale venga diminuita. Anzi, l’hanno aumentata oltre a tagliare i servizi. La macchina dei politici da mantenere è aumentata, di conseguenza ci tocca pagare. In sintesi, si stava meglio quando si stava peggio….
I “padani” presi per i fondelli dovrebbero reagire!



GRAZIE LEGA!

MOVIMENTO ANTICAPITALISTA PER IL SOCIALISMO

venerdì 4 febbraio 2011

DA ROMA LADRONA ALLE POLTRONE ROMANE!

UN TAZEBAO AL GIORNO CI RENDE LIBERI

DA ROMA LADRONA ALLE POLTRONE ROMANE


La Commissione Parlamentare boccia la legge sul federalismo fiscale che mette le mani nelle tasche dei cittadini, il Consiglio dei Ministri lo approva con Decreto! Un atto volgare e violento, adottato nella più assoluta illegalità costituzionale, che apre un ulteriore conflitto istituzionale, questa volta tra Governo e Parlamento.
Intanto a maggioranza la Camera respinge le richieste della Magistratura sul caso Ruby. Un’altra volta la Lega di lotta e di governo impedisce alla Magistratura di indagare sulle malefatte del Cavaliere. Da “Roma ladrona” alla vergognosa difesa del miliardario per mantenere le poltrone….



GRAZIE LEGA!



MOVIMENTO ANTICAPITALISTA PER IL SOCIALISMO

giovedì 3 febbraio 2011

La rinascita del socialismo è inevitabile! A patto di camminare uniti....

Esattamente vent’anni fa, il 3 febbraio 1991, i dirigenti del Partito Comunista Italiano decisero di chiudere quella straordinaria esperienza, sciogliere il PCI e dare inizio, con la nascita de Partito Democratico della Sinistra, ad un nuovo corso politico post comunista. Il XX Congresso del PCI, presieduto dal Segretario Achille Occhetto, arrivò alla fine di un lungo dibattito iniziato subito dopo la caduta del Muro di Berlino, prevalsero le tesi di coloro che sostenevano che l’esperienza del socialismo reale fosse finita e che fosse necessario dare vita ad un partito riformista di tipo europeo. Lo sconcerto tra i militanti era palese ma ancora una volta la dirigenza riuscì a convincere gli iscritti della bontà dei loro progetti. Come quando il PCI di Berlinguer decise di sistemarsi sotto l’ombrello della NATO, dal comunismo all’imperialismo capitalista come fosse un passaggio di poco conto….
Già alla prima prova elettorale, le elezioni politiche del 1992, si ebbe la conferma che la scelta dei vertici non fosse la più azzeccata, dal PCI che pochi anni prima era addirittura diventato il primo partito italiano con oltre il 34 % dei voti, si scese ad un deludente 16%. Ma questo non dissuase i vertici del PDS che continuarono la loro discesa verso posizioni sempre più centriste se non addirittura di destra. Massimo D’Alema, che durante il XX Congresso non mancò di esprimere le sue perplessità su quanto ci si apprestava a fare, nel 1994 divenne Segretario del PDS in sostituzione di Achille Occhetto che si dimise dopo la sconfitta elettorale contro la destra guidata da Silvio Berlusconi. Da quel momento la deriva del PDS verso il capitalismo borghese è stata irrefrenabile. Il PDS divenne prima Democratici di Sinistra e poi Partito Democratico, e con la coalizione dell’Ulivo guidata da Romano Prodi, un rappresentante della borghesia cattolica, arrivò a governare il Paese sconfiggendo per ben due volte Berlusconi e la sua armata fascio-leghista. I risultati di quelle esperienze furono talmente deludenti da non riuscire a portare a termine le legislature e da incoronare Berlusconi come monarca assoluto del nostro sventurato Paese.
Ora la situazione è sotto gli occhi di tutti, l’Italia, che negli anni settanta era da molti considerato uno dei paesi dove si viveva meglio, è scivolata sempre più indietro negli indicatori economici e sociali, si è perso tutto quanto conquistato dai lavoratori e dai progressisti in decenni di dura lotta spesso bagnata nel sangue a causa dalla repressione delle polizie al servizio della borghesia dominante. La situazione politica è al ridicolo e la società italiana sta scivolando sempre più verso la banalità e la povertà culturale. A questo punto non resta che chiederci come uscire dal disastro. Sicuramente non ne usciamo con le armi dell’attuale politica che propone soluzioni identiche a quelle che hanno creato il disastro. A destra ed a sinistra si parla di misure “straordinarie” che non vanno mai oltre il mantenimento dello status quo. Da vent’anni si parla di federalismo, a sproposito perché il federalismo serve per unire popoli divisi non per dividere popoli uniti, si parla di liberalizzazione dell’economia come toccasana per lo sviluppo senza dire che sono state proprio le misure liberiste a distruggere lo stato sociale che garantiva benessere generalizzato e di conseguenza proprio quello sviluppo che solo si può raggiungere se la ricchezza viene equamente divisa invece di finire nelle mani di pochi cialtroni che esportano impunemente i capitali nei paradisi fiscali. Da anni si parla di moralità della vita pubblica ma si continuano a promuovere stili di vita che vanno in direzione contraria con esempi che vengono da chi sta al vertice del potere amministrando il bene pubblico con mentalità gerarchica ed autoritaria sentendosi al di sopra di tutto e di tutti. Mentre il Mediterraneo sta andando in fiamme, vedi Grecia, Albania e tutto il Nord Africa, in Italia si discute di un Presidente del Consiglio che paga profumatamente squallide puttanelle per rallegrare i suoi festini, elargisce prebende a destra e manca per avere la maggioranza in parlamento, fa eleggere i suoi sodali , troie e suoi avvocati in primis, e cerca di difendere il suo immenso potere acquisito anche grazie all’inesistenza di una vera opposizione in grado di proporre soluzioni interessanti.
Ma sta proprio nell’assenza di un’opposizione vera il dramma del nostro paese! Berlusconi, fascisti e borghesia cialtrona fanno il loro lavoro, perseguono i loro fini, ma la sinistra che dovrebbe difendere gli interessi di tutti cosa fa? Rincorre!!!! Rincorre la destra sul suo terreno, parla in primis di federalismo malgrado l’Italia non possa essere più federale di quanto lo sia già, ci si dimentica che oltre al governo nazionale abbiamo un’infinità di governi regionali, provinciali, comunali, di quartiere, bacini imbriferi, comunità montane anche in mezzo al mare, ecc., con una schiera di politici e portaborse che si mangiano buona parte del reddito del paese! Poi rincorre la destra sulla via delle liberalizzazioni, la politica di svendere i servizi pubblici, quei pochi rimasti, all’imprenditoria rampante, senza chiedersi se questa sia la strada giusta. Nemmeno se lo chiedono, sanno che elargendo prebende si ha il consenso, e non solo, dei beneficiari che con le loro ricchezze fanno si che il popolo venga tenuto sotto anestesia con gli strumenti della “democrazia” liberale che tutto è tranne che democrazia.
Intorno alla sinistra parlamentare si muovono una marea di personaggi che altro non fanno che confondere ancora di più i cittadini che si sentono abbandonati a se stessi. Da una parte i capipopoolo alla Grillo, i Santoro e Travaglio che sembrano decisi a “scendere in campo” con un loro movimento, che altro non fanno che cercare di emulare Berlusconi con l’antiberlusconismo. Poi i movimenti popolari “spontanei” tipo i girotondini, i popoli viola e di altro colore che rappresentano tutto ed il contrario di tutto. A sinistra del PD si sta illuminando la stella di Nichi Vendola che sa incantare le platee con il suo linguaggio forbito ed accattivante e che mira a guidare il centro-sinistra in un ipotetico governo soffiando la poltrona ai notabili del PD. Interessante, fa emozionare, ma la proposta politica dove stà?
Infine i comunisti, quella fetta di individui che non hanno accettato la svendita del patrimonio politico e culturale della sinistra. Si definiscono tutti comunisti ma…. orgogliosamente divisi! Ci sono i Comunisti Italiani e Rifondazione Comunista che messi insieme non si sa se in ipotetiche elezioni riusciranno ad andare oltre il 2%, poi i comunisti extraparlamentari divisi tra gli stalinisti, i leninisti, i marxisti, i maosti, i trotzkysti, i comunisti libertari, ecc., ecc.
Siamo in una situazione che definire ridicola è dir poco, l’attuale sistema politico fa si che Berlusconi domini incontrastato dal basso del suo consenso che si aggira intorno al 20%, il trenta per cento del 70 che si reca alle urne. Lo può fare grazie al sostegno incondizionato della Lega che accetta tutto ed il contrario di tutto pur di non mollare le poltrone su cui si sono insediati coloro che gridavano ai “ladri di Roma”, ma sempre in perfetta minoranza malgrado lui sfacciatamente continui a vantare l’incondizionato sostegno della stragrande maggioranza degli italiani. E lo può fare soprattutto grazie al fatto che si è dato per scontato, anche in molta parte della sinistra, che "sono finite le ideologie", la più grande bufala dei padroni per dominare i popoli.
Come uscire da questo incubo infernale? Certamente non con le ricette fino a qui proposte dal centrosinistra e dalla cosiddetta sinistra radicale che ha trovato in Vendola il nuovo leader. Tantomeno con la ormai decrepita allenza tra RC e PdCI e nemmeno con la sinistra comunista movimentista e divisa.
Quello che serve è una seria riflessione sui motivi che hanno condotto il movimento progressista alla debacle che ha come conseguenza il grave impoverimento materiale spirituale della popolazione. Proprio in concomitanza con la scomparsa del PCI è iniziata questa caduta di valori e di potere contrattuale dei lavoratori. Partiti che non rappresentano più nessuno se non i loro interessi, sindacati che ammiccano ai padroni disinteressandosi dei problemi reali dei lavoratori; artisti e uomini di cultura allo sbando, abbandonati dallo stato e privi del coraggio necessario per tornare ad essere quella guida fondamentale al risveglio delle coscienze. Se la fine del più grande partito comunista d’occidente, voluta dai suoi stessi dirigenti, è coincisa con l’inizio del degrado dell’intero paese, se il liberismo ha mostrato la sua brutalità e si sta avviando verso il definitivo fallimento, non ci sono dubbi sul fatto che serva ricostruire, se non il PCI, un grande movimento unitario che si riconosca nei valori del socialismo, dell’anticapitalismo e dell’antimperialismo. Un movimento che sappia raccogliere il consenso delle masse diseredate, dei lavoratori, delle persone oneste, degli intellettuali e di tutti i sinceri progressisti. Per poter raggiungere questo obbiettivo serve munirsi dell’unica arma in nostro possesso: l’unità. Bisogna dunque uscire dalle appartenenze settarie, far tesoro di quanto in passato persone e movimenti hanno contribuito alla conquista di diritti ora andati perduti. Bisogna rileggere la storia di tutti i movimenti e le esperienze che si rifanno al pensiero socialista, rigettare qualsiasi approccio di tipo riformista ed avere chiaro che solo la costruzione di una società socialista ci farà uscire dalle prigioni del nuovo schiavismo mascherato dietro la retorica rappresentata dalla democrazia borghese che tutt’altro è meno che democrazia. Le sollevazioni in corso nell’area del Mediterraneo a nulla serviranno se lasciate a se stesse, la ribellione se non diventa rivoluzione non serve a nulla se non ad illudersi che le cose cambino cambiando il manovratore. L’Egitto in rivolta continuerà ad essere un paese schiavo dell’imperialismo! Passerà dalla dipendenza agli USA alla dipendenza agli USA! Quelli che hanno sostenuto il dittatore Mubarak per poi scaricarlo al primo soffio di vento per sostenere la ribellione popolare e sottometterla nuovamente agli interessi imperiali.
Facciamola finita con le divisioni e con le parole al vento, o si cambia sistema oppure non cambia nulla!
Buona rivoluzione a tutti!

sabato 15 gennaio 2011

Mirafiori, 54% di sì ma vince il no!



Al referendum della Fiat Mirafiori ha vinto il sì con il 54% dei voti. Se però si tiene conto che nel seggio degli impiegati ci sono stati solo 20 no contro 420 sì, si scopre che i lavoratori, contro ogni previsione, hanno pareggiato.
Dopo la conta rimangono le considerazioni sulla modalità che ha portato a questa farsa. Il padronato scatenato in difesa di rendite miliardarie che aggredisce i diritti dei lavoratori già ridotti in miseria, un governo che invece di erigersi a parte neutra sposa in pieno le tesi dei padroni-predoni, un'opposizione parlamentare ridicola e confusa, sindacati cialtroni, se si esclude la Fiom, che si fanno complici dei piani eversivi del padronato e delle destre ed infine, la vera novità, una classe operaia che ritrova la sua identità e reagisce con coraggio al ricatto inaccettabile dei miliardari e dei politici cialtroni. 
Questo referendum ridicolo con l'Amministratore Delegato che ricatta i lavoratori costringendoli a votare sì altrimenti chiude la fabbrica, ha dimostrato che la resistenza operaia è tutt'altro che finita, c'è quindi la speranza che quello che sembrava dovesse dare inizio al dominio incontrastato dei padroni sui lavoratori sia invece l'inizio della loro sconfitta.
Purtroppo la sinistra latita, il PD dimostra una volta di più di non rappresentare le istanze di progresso e quelle dei lavoratori, di aver scelto definitivamente l'autoreferenza e di stare con i potenti. In questa situazione rimane la straordinaria opportunità di rilanciare le istanze dei lavoratori e delle classi sottomesse, la necessità di dare vita ad un nuovo grande movimento popolare che si proponga l'obbiettivo di abbattere il capitalismo con tutte le sue nefaste conseguenze che mai come in questi anni sta dimostrando la sua incompatibilità con i bisogni dell'uomo ed il rispetto dell'ambiente. Un movimento popolare che valichi i confini nazionali e guardi alla ribellione in atto in questi giorni in Tunisia, ai lavoratori greci in lotta permanente, al malcontento che serpeggia in tutti i paesi capitalisti ed agli insegnamenti che arrivano dal continente latino dove la svolta decisa verso la vera indipendenza e l'integrazione regionale sono diventate anche la risposta alla crisi del capitalismo ed alle ingerenze imperialiste.
Dunque la vittoria dei sì a Mirafiori se ben analizzata presenta un rovescio della medaglia che dovrebbe incoraggiare la ripresa delle ostilità di chi non vuole rassegnarsi al dominio dei ricchi, un'azione decisa ed intransigente contro il malaffare, la squallida politica di coloro che solo pensano ai loro interessi ed a tutto il sottobosco di servi idioti, giornalisti venduti, approfittatori di ogni genere che in questi ultimi decenni hanno barbaramente saccheggiato il paese e la dignità degli onesti.
Quale occasione migliore per rilanciare le idee ed i valori del socialismo in contrapposizione alla barbarie capital-imperialista? Il momento è propizio, ad una condizione però, che si utilizzi l'arma più potente che abbiamo, l'unità! Perché è stata propria l'assenza dell'unità a regalare alle destre reazionarie ed al padronato il totale dominio della società. Se è vero che il degrado del Partito Democratico nei suoi passaggi da PCI-PDS-DS-PD ha aperto un'autostrada a sinistra, è altrettanto vero che quell'area si è dimostrata incapace di produrre una proposta in grado di far presa sul malcontento degli sfruttati e suscitare l'interesse degli intellettuali che non intendono integrarsi nell'attuale sistema di potere. Il proliferare di mini-partitini, movimenti e personaggi capaci solo di rappresentare se stessi si è rivelato assolutamente inconcludente. Sinistra e Libertà, Federazione della Sinistra, Partito Comunista dei Lavoratori, Sinistra Critica, Di Pietro, Grillo e quell'infinità di movimenti che non rappresentano nulla, devono avere il buongusto di fare un passo indietro per dare vita ad un vero grande partito della sinistra che si definisca, senza se e senza ma, anticapitalista ed antimperialista e che lavori per la costruzione del socialismo. All'interno di questo grande partito dovranno trovare rappresentanza tutte le correnti che ora vanno l'una contro l'altra armate. Senza questa operazione assisteremo al degrado sociale, alla crisi del capitalismo fatta pagare ai più deboli ed alla nascita di chissà quale altra diavoleria che la classe dominante metterà in atto per continuare a perseguire i propri fini.
Non dimentichiamoci mai che le persone passano, solo le idee rimangono, inossidabili al tempo che passa ed agli eventi. Non a caso le destre reazionarie e le finte sinistre parlano continuamente di vecchi ideali superati e modernità! Proprio per nascondere la loro paura verso il pensiero più avanzato ed indistruttibile che sia mai esistito: il socialismo, appunto. Sanno benissimo che persone possono essere comprate o distrutte, sanno benissimo che le idee di libertà, giustizia ed uguaglianza sono eterne ed indistruttibili. Farebbero bene a saperlo anche quelli che se lo sno dimenticato, o fanno finta di averlo dimenticato....

mercoledì 5 gennaio 2011

Radio Padania: Fascista è bello

UN TAZEBAO AL GIORNO CI RENDE LIBERI

Radio Padania: Fascista è bello


Il pomeriggio di Radio Padania è condotto da un giornalista che, dovendo dare del fascista a Marco Travaglio, spiega come occorra distinguere tra un fascismo negativo (impersonato da Travaglio, appunto) ed uno dal senso positivo, un senso "bello, che c'è, che esiste, del termine fascista".

Purtroppo il conduttore non argomenta meglio i termini di tale distinzione, che tuttavia non mi pare sia contemplata dalla Legge Scelba, quella che all'articolo 4 sancisce come reato l'esaltazione pubblica di "esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo". E non dimenticate che Radio Padania è più che una radio: è l'emittente di un partito di governo.



GRAZIE LEGA!



MOVIMENTO ANTICAPITALISTA PER IL SOCIALISMO