OBBIETTIVI DEL BLOG

Lo strazio che ci prende nell’assistere all’agonia ed al declino vertiginoso della nostra società non ci può lasciare indifferenti. Tutti coloro a cui sta a cuore l’avvenire dell’umanità e dell’ambiente in cui viviamo devono fare una profonda riflessione sulle cause che hanno portato a questo degrado e devono impegnarsi a dare il proprio contributo per trovare una via d’uscita. Visto che l’unica alternativa possibile al capitalismo è il socialismo, facciamo in modo che questo pensiero torni ad essere la speranza di futuro per tutti i popoli e gli oppressi del mondo. Insieme ai popoli latinoamericani che cercano di uscire definitivamente dalla dipendenza dall’imperialismo, insieme al popolo cubano ed a tutti quei popoli che stanno pagando duramente la loro opposizione al sistema neoliberale che ci infligge sofferenze disumane, lottiamo uniti per un avvenire senza padroni, senza sfruttati e sfruttatori, liberiamoci dai politici ipocriti, incapaci, ignoranti, corrotti e venduti per vile denaro, difendiamo la nostra dignità per un futuro di pace, giustizia, uguaglianza e libertà! Quella vera non il fac-simile che ci vogliono vendere.

Questo sito ha come emblema la bandiera rossa, simbolo delle lotte e del sangue versato da tante donne e tanti uomini caduti per l’ideale socialista e libertario e prende il via non a caso il giorno dell’anniversario della caduta di Ernesto “Che” Guevara nelle mani dell’imperialismo criminale che lo avrebbe assassinato a freddo il giorno successivo, è uno spazio dedicato a tutti coloro che intendono contribuire all’unità dei progressisti, alla costruzione della società socialista ed alla lotta contro tutti gli sfruttatori. Verranno pubblicati i contributi di tutti coloro che scriveranno con la propria identità senza nascondersi dietro stupidi anonimati o nick-name di comodo, di tutti i gruppi e le associazioni o partiti che condividono l’dea di unirsi per l’ideale socialista pur nella diversità di percorsi e storia vissuta, verranno invece cestinati tutti i provocatori e gli idioti.

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venerdì 29 ottobre 2010

Fini: Così si torna al fascismo.


Oggi Gianfranco Fini, sì proprio lui, ha detto che se si approva la legge sulla giustizia che ha in mente Berlusconi si torna al fascismo!!!!! E c’è ancora chi a sinistra vuole dialogare con il Nano malato….

IL Giornale di Puglia.

Riforma Giustizia, Fini: "E' ritorno al Fascismo"

BARI. "Non si puo' rinunciare all'indipendenza della magistratura. Sarebbe un errore grave ritornare a una soggezione del pubblico ministero all'esecutivo. Dunque carriere separate ma nessun assoggettamento all'esecutivo come avveniva nel periodo fascista". Lo ha sottolineato il presidente della Camera Gianfranco Fini nel suo intervento al convegno sul tema 'Organizzare la giustizia' che si tiene in questi giorni a Bari.Sempre sul tema della giustizia Fini si e' chiesto: "Siamo sicuri che l'udienza preliminare, come viene applicata oggi, e' indispensabile?". E poi si e' chiesto se siano pratici anche "i tre gradi di giudizio".
''La stella polare della riforma della Giustizia per i cittadini - aggiunge il presidente della Camera - e' quella di restituire efficienza al sistema''. Lo ha detto il presidente della Camera Gianfranco Fini, intervenendo a un convegno sul tema 'Organizzare la Giustizia' in corso al Teatro Piccinni di Bari.
Fini ha inoltre sottolineato che il sistema ''tutela poco la vittima, da' una scarsa tutela agli imputati. La lentezza dei processi e' causa di perdita di garanzie''.
Secondo Fini, dunque, la proposta berlusconiana sarebbe un ritorno al “fascismo”. Il leader di Fli commenta che “non sarebbe motivo di scandalo separare le carriere tra magistrati inquirenti e giudicanti, ma è una riforma da fare senza rinunciare all'indipendenza della magistratura. Carriere separate sì ma senza assoggettamento all'esecutivo". Discorso contrario a quello che aveva affermato ieri Michele Vietti, vicepresidente del Csm che si era opposto “alla separazione”.
Fini ha detto che non è comunque d’accordo con la volontà di riforma del governo. Ritiene che la composizione attuale dell’organico sia “adeguatamente bilanciata” e un cambiamento porterebbe a “un'alterazione d'equilibrio fra i poteri dello Stato". Ha sottolineato che “un eccessivo peso ai non togati esporrebbe l'organo ad una forte dipendenza dal potere politico, con gravi rischi per l'imparzialità dei giudici”.
Quello che bisogna fare, secondo la terza carica dello Stato, è vincere la lentezza dei processi, “il peggior male della giustizia". Per superare la sfida, non si deve fare tagli ma anzi aumentare il numero dei magistrati e dei loro strumenti, come la “costruzione di nuovi carceri, perché il problema del loro affollamento non può essere risolto con indulti o chiudendo gli occhi".

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